La libreria

mi avevano parlato di questo libro di Daria Bignardi e, per curiosità, avevo letto alcune recensioni in internet, alcune positive altre negative, poi mi è stato regalato, l'ho letto e mi è piaciuto tantissimo.

L'ho letto tutto d'un fiato, durante un viaggio in treno e l'impressione, riga dopo riga, che potevo averlo scritto io mi ha fatto andare avanti. Situazioni di vita simili, momenti della propria infanzia che ricorrono, possono cambiare i luogi, le persone, ma le situazione si ripetono in modi molto simili.

E' riuscita a esporre in maniera semplice e diretta tutte quelle sensazioni, quei ricordi che poche volte nella vita capita di appronfondire e solitamente serve un lutto, oppure un grande dolore per farlo. E' in queste occasioni che ci si ferma a riflettere e a guardare indietro per capire di cosa siamo il frutto e cosa siamo diventati. Non è facile trovare il coraggio di fare i conti con il nostro passato, con quello che ci ha fatto essere felici e quello che ci ha reso infelici ma, a volte, è necessario...perchè solo sapendo da dove veniamo possiamo capire dove andare e renderci conto di quanto in ogni nostra scelta siano riassunte le esperienze raccolte nella vita, i consigli delle persone amate e il loro stesso volto, a volte così presente nei momenti più difficili.

La frase che mi ha colpito:
"Questo è la morte, oltre alla mancanza di chi non c'è più: è la vita, con tutti i suoi ricordi.
E' amore. Tutto l'amore che chi se ne va ci ha dato, buono o cattivo sia stato.
Per quello soffriamo quando ci muoiono i genitori: sappiamo bene che nessuno ci amerà più così"