I misteri delle donne

il DECIMO mi ha fatto piegare in due dalle risate

solo una parola

Starde

c'è sempre quella famosa sillaba in vendita, quando sarai disposto a sborsare i quattrini la cederò

losanna ha scritto:: c'è sempre quella famosa sillaba in vendita, quando sarai disposto a sborsare i quattrini la cederò

svendite di fine stagione....

Ospite

beh, una su tre l'ho azzeccata!!!
Ad ogni modo, a parte gli scherzi, permettetemi di dire che "a me me pare 'na strunzata".
La donna non è un oggetto e se quando torna a casa dopo 8 o 10 ore di lavoro ha da accudire i figli, sistemare la casa, cucinare, apparecchiare e sparecchiare e mille altri cavicchioli come ca@@o si può permettere un uomo di considerarla "non degna" in quanto non spolvera indossando la giarrettiera?
Dante Moore, ma va a .....

Ospite

Le voje

Me nessa la xe inçinta e avanzadela, ma fin dal primo mese che la porta la xe piena de voje, meschinela, ch’ogni dì la ghe ‘n cata una par sorta.

Desso la vole ‘l pan coi fenoceti, dopo la vole ‘l culo del capon, un dì la va a formajo coi vermeti e st’altro xe a parsuto col melon.

Porca puttana, varda che mestiero!

E cogna incontentarla, suitamente, se no, la dise, nassarà un puliero sturpio, stralocio, mona e despossente.

Però da qualche zorno la pretende finchi, quajoti, fiste e faganei.

Sta voja, par me conto, la se intende come ‘na gran voja desparà de osei.

Jema per favore....me la traduci...parola per parola....

luisa ha scritto:: Le voje

Me nessa la xe inçinta e avanzadela, ma fin dal primo mese che la porta la xe piena de voje, meschinela, ch’ogni dì la ghe ‘n cata una par sorta.

Desso la vole ‘l pan coi fenoceti, dopo la vole ‘l culo del capon, un dì la va a formajo coi vermeti e st’altro xe a parsuto col melon.

Porca puttana, varda che mestiero!

E cogna incontentarla, suitamente, se no, la dise, nassarà un puliero sturpio, stralocio, mona e despossente.

Però da qualche zorno la pretende finchi, quajoti, fiste e faganei.

Sta voja, par me conto, la se intende come ‘na gran voja desparà de osei.

Tradurre un brano dal Dialetto cercando di mantenerne inalterato il senso poetico originario, non è operazione semplice: il più delle volte infatti si rischia di snaturarne l'anima perdendo in tal modo di vista, il “sapore” che l'Artista ha voluto lasciare a coloro che lo “assaggiano”.

D'altra parte, è da mettere in conto che la mia prof di italiano riteneva che non fossi particolarmente dotato nella Sua materia, facendomi abitualmente navigare al limite della sufficienza.

Sono certo, ora come allora, che si sbagliasse di brutto!

Scusandomi, in ogni caso, anticipatamente con l'ironico Poeta (Pier Giuseppe Cévese), che non ho la fortuna di conoscere, la versione in lingua Nazionale della simpatica storiella di origine tipicamente Padovana, potrebbe essere la seguente:

Mia nipote è in stato interessante e ciò è evidente, ma fin dall’inizio della gravidanza è piena di strane voglie, poveretta, ed ogni giorno se ne inventa una nuova.

Ora desidera il panino col finocchietto, poi la coscia del cappone, un giorno si nutre di gorgonzola e quello successivo di prosciutto col melone.

Cazzarola: che mistero!

E bisogna soddisfare le sue necessità immediatamente, altrimenti lei assicura che, se ciò non avvenisse, potrebbe risentirne il nascituro, con gravi deficienze fisiche e psichiche.

Però da qualche giorno, pretende fringuelli, quaglie, pispole e fagiani.

Questa voglia, per conto mio, è da interpretare come un desiderio disperato di uccelli.

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